Opere in Vendita
Torna a Artisti e Opere

Getulio Alviani

Biography

 Getulio Alviani nasce a Udine il 5 settembre 1939. Nell'infanzia è attratto dal movimento delle onde del mare per cui esegue dei lavori, a olio e a smalto, che sono essenziali nelle forme, le quali sono astratte o geometriche. Entra a quindici anni in uno studio di architetti e ingegneri dove si sente attratto dalla riflessione della luce sugli oggetti.
Getulio Alviani in seguito si mostra interessato ai principi del "Bauhau"s e dell'arte "astratto-concreta", concentrando la sua attenzione sui fenomeni della visione. Dalla fine degli anni Cinquanta Alviani inizia le ricerche nell'ambito della dinamica della percezione, collaborando anche con il mondo industriale. In un progetto orientato ad ampliare l'intelligenza visiva dell'uomo e a rendere l'osservatore protagonista attivo nella ricezione dell'opera, Getulio Alviani comincia a realizzare autonomamente lavori per lo più su lamiere di alluminio che vengono trattate in vario modo, satinate o fresate e poi incollate su un supporto di legno. Le lamiere, lavorate con metodi differenti, vengono assemblate da Getulio Alviani in modo che riflettono la luce incidente a seconda dell'angolo di incidenza, ma la riflessione della luce varia a seconda della posizione dello spettatore. Si tratta quindi di opere che oltre ad essere "ottiche" sono anche "dinamiche". Ma il risultato visivo dipende anche dalla sensibilità dell'occhio che in quel momento guarda l'opera, potendo una superficie apparire ora concava ora convessa, e quindi parliamo anche di "percezione" dell'occhio. Naturalmente per ottenere l'effetto voluto occorre studiare prima il tipo di fresatura e la disposizione delle lamiera sul supporto e quindi in questo senso parliamo di Arte ProgrammataTre sono le tipologie delle opere di Alviani. Una è quella dove l’artista inserisce degli elementi di alluminio nel legno laminato; queste opere sono quelle meno ambite dai collezionisti. L’altra è quella costituita da solo alluminio con effetti ottici e l’ultima è quella costituita sempre da solo alluminio però con effetti ottici-dinamici. Per quanto riguarda le opere costituite da solo alluminio, esse si dividono secondo il tipo di lavorazione. Infatti alcune sono lavorate con fresa a candela di diametro di 15-20 mm, queste opere generalmente presentano solo un effetto ottico. Altre sono invece lavorate con fresa a bareno e sono quelle che danno un effetto ottico-dinamico.

Tra il dicembre 2018 ed il gennaio 2019 la Galleria d'Arte L'Incontro di Chiari (BS) ha organizzato una mostra con opere del periodo 1964 - 1999

Getulio Alviani ha una continua e significativa attività espositiva anche internazionale: a partire dagli anni Sessanta è presente, tra l'altro, alla Biennale di Venezia (1964), alla mostra" Nouvelle Tendance" a Parigi (1964), alla rassegna The Responsive Eye al Museum of Modern Art di New York (1965) e in varie occasioni alla Biennale di Grafica di Lubiana ricevendo il premio internazionale (1973 e 1977). Sue opere si trovano al Museum of Modern Art di New York, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, al Kunstmuseum di Basilea, ecc. Muore il 24 febbraio 2018. 

 

Tags: Getulio Alviani - Alviani - opere ottiche - opere dinamiche - Arte programmata - percezione - The responsive eye - Galleria d'Arte L'Incontro - Bauhaus - arte astratto concreta

Getulio Alviani - Arte Programmata

L’Arte Programmata o Cinetica è un movimento artistico internazionale che ha lasciato un segno indelebile nell’arte del Novecento. Umberto Eco utilizza il termine “Arte Programmata” per presentare la storica mostra alla Olivetti di Milano nel 1962, organizzata da Bruno Munari. Il grande critico Giulio Carlo Argan la definisce invece “arte gestaltica”, mentre Lea Vergine ne sancirà definitivamente l’importanza in Italia descrivendola come l’Ultima Avanguardia, nella omonima retrospettiva a Palazzo Reale di Milano nel 1984. L’Arte Programmata o Cinetica ma anche l’Arte Optical hanno una genesi comune: nascono dallo studio innovativo, da parte degli artisti, dei meccanismi della visione, dei fenomeni ottici e luminosi, in linea con i progressi scientifici dal Dopoguerra in poi. In tutto il mondo sia l’informale che l’astrattismo in pittura non soddisfano più la ricerca dei giovani artisti. Guardando a Marcel Duchamp, al Futurismo - o a esperienze più recenti come le ricerche di Bruno Munari, che già negli anni ’30 realizza le Macchine inutili, e pubblica il Manifesto del macchinismo nel 1952 - si vuole riuscire a creare opere che coinvolgano davvero lo spettatore, dal punto di vista visivo ma anche psicologico, e superare definitivamente il concetto di arte come rappresentazione ed espressione: finalmente l’arte diventa esperienza, e poi sarà addirittura ambiente. Di non secondaria importanza, è anche la spinta dei nuovi artisti a lavorare in gruppo, nascono così aggregazioni di artisti che cercano di superare l’individualismo della figura dell’artista: in Italia il primo sarà il MAC – Movimento Arte Concreta (formatosi intorno a Munari stesso) e in seguito il Gruppo T a Milano e Gruppo N a Padova. Importante per gli artisti italiani sarà l’esperienza di Azimuth, galleria e rivista animate da Piero Manzoni ed Enrico Castellani. Sebbene non rientrino espressamente nel movimento, le opere innovative, monocrome, anti-figurative dei due artisti – insieme a quelle di personalità loro vicine come Agostino Bonalumi e Dadamaino, saranno importantissime per aprire la strada alle sperimentazioni dell’Arte Programmata. Il movimento d’Arte Cinetica o Programmata si afferma grazie a fermenti contemporanei in tutto il mondo: Gruppo T a Milano, Gruppo N a Padova, GRAV a Parigi, Gruppo Zero a Düsseldorf. In America la tendenza prende il nome di Optical Art o Op-Art (contrapposta alla Pop-art, che domina la scena negli anni Sessanta). A Zagabria il movimento trova un sostenitore nel critico Marko Mestrovic, che organizza le manifestazioni internazionali “Nove Tendencije” (Nuova Tendenza), alle quali partecipano tutti i giovani artisti italiani. Non solo Enzo Mari, Manzoni, Bonalumi e Castellani, ma anche Getulio Alviani sarà fra gli italiani più attivi in “Nuova Tendenza”, che diventerà anche un movimento internazionale. Le opere di Alviani, utilizzando pioneristicamente la lamiera di alluminio trattata, ricercano continue tensioni visive fra riflessione, ambiguità visiva, movimento apparente, luce e vibrazione, utilizzando come “motore” l’interazione visiva del metallo con lo sguardo dello spettatore. Anche Marina Apollonio aderisce al movimento nel 1965, incoraggiata dall’incontro con Alviani, e come quest’ultimo utilizza materiali industriali moderni, per creare opere strutturate che si trasformano in superfici dinamiche (Rilievi metallici a sequenze cromatiche alternate) o che ricercano il movimento apparente con effetti geometrici optical (Dinamiche Circolari). A Milano l’Arte Programmata è ben rappresentata dal Gruppo T, fondato da Davide Boriani e Gabriele De Vecchi a cui si aggiungono Gianni Colombo, Giovanni Anceschi e infine Grazia Varisco. La prima mostra del gruppo — Miriorama 1 — è nel 1960 alla Galleria Pater (Galleria dove in quel periodo esporranno anche Paolo Scheggi e Vanna Nicolotti, con le loro tele tridimensionali di più piani sovrapposti). Il Gruppo T presenta opere in movimento, costituite da meccanismi che le animano, senza più alcun intento rappresentativo. Colombo usa motori per far muovere le sue superfici; in quelle di Anceschi è il liquido colorato che scorre in tubi che può essere mosso dalle mani dello spettatore; mentre le Superfici magnetiche di Boriani sfruttano dei magneti e della polvere di ferro per mettere in movimento l’opera. Grazia Varisco realizza opere mosse da motori meccanici e a luminescenza interna (Schemi luminosi variabili) e strutture in materiali industriali mobili animate da vetro sfaccettato che ne scompone le forme. Dall’idea di opera in movimento attraverso effetti visivi si passa dunque a opere che si muovono effettivamente da sole, o a volte - in aperta rottura col passato - si chiede allo spettatore di azionarle direttamente con le proprie mani. Frequenti scambi e compresenza in mostre vi sono col Gruppo N di Padova, formatosi poco dopo il Gruppo T, per opera di giovani provenienti da studi di architettura e disegno industriale: Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi, Manfredo Massironi. Anch’essi recepiscono il nuovo concetto di arte e sono particolarmente attivi nel divulgarlo (ad esempio portando a Padova la mostra " La nuova concezione artistica", della Galleria Azimuth, nel 1960), e accentuano l’importanza dell’impostazione concettuale: la mostra "Nessuno è invitato a intervenire" ne è un esempio lampante. Dal Gruppo N emerge la personalità di Alberto Biasi, animatore del gruppo, che affronta nelle sue opere le tematiche del cinetismo e della percezione visiva, tra le prime opere le “Trame”, in cui studia l’interferenza del movimento dello sguardo su superfici stratificate, e i “Rilievi ottico-dinamici”, strutture lamellari dai cromatismi contrastanti che si “attivano” grazie all’interazione con lo spettatore, che muovendosi si fa fruitore attivo di un’opera in conseguente movimento ottico. Edoardo Landi invece ricerca il coinvolgimento dello spettatore con la stimolazione ottica data da forme geometriche ed elementari, ottimi esempi di composizioni Optical per una ricerca che proseguirà anche negli anni ’70. Il quadro italiano è completato da figure che operano anche in altre città, come Franco Costalonga che conduce una approfondita ricerca sugli effetti ottici nell’opera, come negli Oggetti cromocinetici in cui sperimenterà innumerevoli combinazioni con l’utilizzo di specchi sferici. Costalonga partecipa negli anni ‘60 alla fondazione dei gruppi Dialettica delle Tendenze e Verifica 8+1 con altri artisti veneti in linea con la tendenza internazionale dell’Arte Programmata. Il successo per l’Arte Programmata è testimoniato dall’omonima mostra del 1962 presso il negozio Olivetti di Milano, poi ripetuta nella sede dell’azienda a New York e alla IV Biennale di San Marino (intitolata Oltre l’informale) nel 1963, e sarà sancito definitivamente con l’incredibile successo della mostra The Responsive Eye, organizzata nel 1965 dal MoMa di New York (180.000 visitatori), in cui vennero esposti quasi tutti gli esponenti italiani, da Enrico CasteIlani a Getulio Alviani, dal Gruppo T al Gruppo N, insieme ai più grandi artisti internazionali da Josef Albers a Victor Vasarely.

Tags: Arte Programmata - Arte Cinetica - Optical Art - Agostino Bonalumi - Getulio Alviani - Manfredo Massironi - Alberto Biasi - Franco Costalonga - Vanna Nicolotti - Cinetismo - Oggetto cromocinetico - Victor Vasarely - The responsive Eye - Movimento Arte Concreta - Grav - Gruppo Zero - Bruno Munari 

 

 

Getulio Alviani

Opere in Vendita

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

superficie volume virtuale

Anno : 1999

Dimensione : cm 24x24

Tecnica : alluminio + laminato

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

Fifty fifty

Anno : 1968

Dimensione : cm 118x118 diagonal

Tecnica : alluminio su tavola

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

Superficie a testura vibratile

Anno : 1974

Dimensione : 85x85 cm diagonal 60,2x60,2 cm side

Tecnica : alluminio

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Getulio Alviani

Opere non disponibili

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

superficie a testura vibratile studio

Anno : 1970/1991

Dimensione : cm 36x36 lato cm 51 diagonale

Tecnica : alluminio

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

quadrato alluminio nel bianco

Anno : 1972/1986

Dimensione : cm 36x36 lato cm 51 diagonale

Tecnica : alluminio

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

cubo virtuale su blu

Anno : 1978/1979

Dimensione : cm 42x36

Tecnica : laminato e alluminio

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

senza titolo

Anno : 1972/1975

Dimensione : cm 18x18

Tecnica : alluminio e acciaio

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

Superficie (1/4) 4 (2/4) 4 (1/4)

Anno : 1973

Dimensione : cm 70x70

Tecnica : acciaio

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

senza titolo

Anno : anni '70

Dimensione : cm 41x30

Tecnica : superficie a tastura vibratile in alluminio

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

superficie a testura vibratile studio

Anno : 1970

Dimensione : cm 12x11,5

Tecnica : alluminio

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

cerchi virtuali

Anno : 1967/1969

Dimensione : cm 50x50x8

Tecnica : acciaio

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su fotografia

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

cerchi virtuali

Anno : 1967

Dimensione : cm 100x50

Tecnica : acciaio

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

cerchi virtuali

Anno : 1967

Dimensione : cm 48x48x8

Tecnica : acciaio

Autenticazione : autentica di Getulio Alviani su foto

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

superficie a testura vibratile

Anno : 1964

Dimensione : cm 56x56

Tecnica : alluminio

Immagine su richiesta (lucchetto in alto a destra per sbloccare)

Cerchi virtuali compenetranti

Anno : 1967

Dimensione : 60 x 60 x 15 cm

Tecnica : acciaio-rame cromato

Autenticazione : Autentica di Getulio Alviani su fotografia

Galleria incontro
via XXVI Aprile, 38 - 25032 CHIARI (BS) - Italy
VAT N : 02662130984
Tutti contenuti sono protetti da copyright. e sono di proprietà di Galleria L'incontro